La prima occasione di esporre al pubblico gli oggetti raccolti in India era avvenuta nel 1903, quando Francesco Lorenzo Pullé era riuscito a organizzare quella che divenne nota come Mostra Indianistica. Gli oggetti esposti, nel Teatro Anatomico dell’Archiginnasio erano però assai pochi, se si considera la grande collezione a disposizione del professore di Sanscrito, che evidentemente compì la cernita che gli pareva più adatta per presentare ai bolognesi la propria attività.

Gran parte dei materiali furono poi trasferiti presso il Museo Civico, a cui in seguito alla chiusura della Mostra Indianistica giunsero così un trofeo d’armi, alcune scatole con farfalle che in anni recenti non sono state ritrovate tra il patrimonio della collezione del Museo Indiano, il prezioso frammento d’arte buddhista che sarebbe poi stato esposto insieme a centinaia di fotografie nella sala del Museo Indiano dedicata all’Architettura e alla Scultura (vedi Sala 4), oggi esposto al pubblico nella seconda sala del Museo Civico Medievale di Bologna, e una statua di Buddha, che probabilmente in quel momento era la “perfetta statua di Sikri, della quale il Museo di Bologna e il re del Siam posseggono le due sole riproduzioni dall’originale del Museo di Lahore” , stando alle parole che ci ha lasciato nel 1934 Francesco Bagnoli (vedi Documenti// 3). La Biblioteca Universitaria, all’epoca sita nell’Archiginnasio, alla chiusura della mostra riceveva invece una cassa contenente manoscritti, che sarebbero poi andata a far parte della raccolta del Museo, sistemati nella sala a essi dedicata (vedi Sala 8), e una serie di carte montate su tela, le mappe dell’Asia grazie alle quali Francesco Lorenzo Pullé ebbe modo di distinguersi tra i colleghi orientalisti dell’epoca, soprattutto in ambito internazionale e che in parte possono essere ancora viste grazie alla pubblicazione dei suoi contributi sulla cartografia dell’India antica (vai).