MUSEO INDIANO// RACCOLTA PELLEGRINELLI

La raccolta Pellegrinelli, intitolata al collezionista che raccolse i manufatti per poi venderli al Museo Indiano organizzato da Francesco Lorenzo Pullé, è stata oggetto in passato di speculazioni. Giovanni Verardi, infatti, nel primo studio dedicato al Museo Indiano di Bologna, ipotizzò, senza peraltro citare fonti dirette o indirette, che la raccolta fosse stata composta da oggetti di vario genere: da vasellame a statuaria in metallo, passando per arredi e tessuti. In realtà questa ricostruzione si è rivelata assai poco precisa, poiché da quanto emerso nei primi mesi del 2016 dai documenti del Archivio Comunale, la raccolta Pellegrinelli era composta esclusivamente da statue buddhiste in metallo provenienti dalla Cina, molte delle quali finirono nell’allestimento della grande sala dedicata alla Storia delle religioni indiane e asiatiche.

Archivio Storico Comunale – Lettera di F. L. Pullé al Prosindaco di Bologna riferita all’acquisto della Collezione Pellegrinelli (14-02-1908)

Archivio Storico Comunale – Lettera di F. L. Pullé al Prosindaco di Bologna riferita all’acquisto della Collezione Pellegrinelli (14-02-1908)

Museo Civico Medievale – statua del Bodhisattva Samantabhadra (f. Mario Guglielmo)

Museo Civico Medievale – statua di Guan Di (f. Mario Guglielmo)

Museo Civico Medievale – statua di Milefo (f. Mario Guglielmo)

Museo Civico Medievale – statua del Buddha della medicina (f. Mario Guglielmo)

Museo Civico Medievale – statua di Buddha (f. Mario Guglielmo)

Gli oggetti in ceramica giunti nella collezione del Museo Indiano, in mostra nella cosiddetta camera cinese e tra gli ingrandimenti delle carte geografiche raccolte da Pullé nel corso della sua attività di ricerca cartografica sull’India antica, esposte al pubblico nella galleria del Museo, appartenevano in buona parte alla collezione di Agostino Sieri Pepoli, come dimostra il documento presentato di seguito, che aveva lasciato in eredità alla città il palazzo di sua proprietà in via Castiglione, attuale sede del Museo della Città. I vasi della raccolta privata Pepoli finirono per qualche anno ad abbellire le sale del Museo Indiano su esplicita richiesta di Francesco Lorenzo Pullé, che provò a ottenere nuovi incrementi per la collezione del Museo quando anche l’eredità di Carlo Alberto Pizzardi fu assegnata al Comune, negli anni venti del Novecento. Alla chiusura del Museo, come si è potuto appurare grazie a numerosi riscontri, la maggior parte del vasellame in ceramica tornò nella disponibilità delle autorità comunali, che la destinò a varie istituzioni. Ancora oggi è possibile vederne alcuni esemplari percorrendo le sale delle Collezioni Comunali d’Arte.