L’incombenza di inviare in Italia materiali utili all’allestimento del Museo Indiano Missionario affidata a padre Giangrisostomo da Lugo, fu perseguita anche in virtù dell’impegno di altri Cappuccini trasferiti temporaneamente in India. Anche il vescovo di Allahabad, monsignor Petronio Gramigna, tra gli altri missionari, segnalò a padre Giangrisostomo una possibile soluzione in grado di soddisfare le aspirazioni del Segretario delle Missioni Basilio da Bologna. Nelle poche righe mandate in risposta all’appello formulato dal missionario ai suoi confratelli affinché si creassero i presupposti per rendere sistematica la raccolta di materiali indiani, monsignor Gramigna invitava Giangrisostomo ad attendere il momento propizio, ovvero:
“until the Exhibition at Allahabad closes, which will repay the Collector. Things will go very cheap, and plenty of room for selection”.
Il vescovo Gramigna faceva riferimento alla United Provinces Art Exhibition, che fu organizzata nel 1911 secondo la stessa impostazione prevista per le Esposizioni Universali, con la significativa differenza che l’esposizione di Allahabad era limitata alla sola area delle United Provinces of Agra and Oudh. Nell’ambito di simili iniziative l’importanza preminente era sovente riservata alle arti decorative. Lo stesso Pullé ebbe modo di imbattersi in un evento del genere a Hanoi, prima di iniziare il viaggio per mezzo del quale avrebbe raccolto i materiali poi esposti nel Museo Indiano di Bologna. A ben vedere, tuttavia, non era necessariamente il desiderio di conoscenza che invitava i governi a organizzare manifestazioni espositive simili, tant’è vero che le parole di Pullé tratte dal suo resoconto di viaggio, Il Congresso di Hanoi (link) sono illuminanti riguardo al contesto intellettuale in cui maturavano detti allestimenti:
“La Esposizione agricola, industriale e artistica inauguratasi il dì 11 novembre 1902, e il successivo Congresso degli Studi dell’Estremo Oriente che ne formava come il corollario scientifico, doveano essere la cresima della vittoria politica e amministrativa, e del programma civile della Francia in questa penisola transgangetica, ov’essa forse sognò un impero che uguagli quello dell’Inghilterra nella penisola himalaica [sic]. La costituzione del Tonkino è venuta a dar capo alle sparse membra, legate ormai su tutta la metà orientale dell’Indo-Cina, dalla Cocincina al Cambogia, all’Annam, al Laos.
Da questo concetto prendono lume gli avvenimenti che si riannodarono al fatto principale della Esposizione, la quale valeva come dimostrazione di forza delle colonie”.
Il risultato dell’impegno nel selezionare oggetti dai banchi della United Provinces Art Exhibition, può essere colto tramite il confronto di alcuni oggetti finiti negli stessi anni nella collezione del Museo Indiano Missionario con un paio di pagine del catalogo dello United Provinces Arts and Crafts Emporium di Lucknow della stessa epoca. Esemplari di manufatti simili erano in effetti esposti anche nelle sale del Museo Indiano di Pullé, come si può notare dalle immagini sottostanti, che rimandano immediatamente a quanto esposto nella Camera Indiana (SALA// 5).
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