La nascita del Museo Indiano voluto da Francesco Lorenzo Pullé, coincide con un periodo di grande interesse verso l’Asia in generale, e ancor più riguardo all’India, che si sviluppò anche in altri ambiti cittadini, al di fuori degli studi accademici. L’episodio più significativo riguarda i frati Minori Cappuccini di Bologna che, in alcune sale del convento di via Bellinzona, poco fuori porta Saragozza, aprirono al pubblico il Museo Indiano Missionario, intorno al 1910. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Museo Indiano Missionario fu poi trasferito a Faenza e in seguito a Imola, dove le raccolte furono accresciute con materiali provenienti dall’Etiopia, per incrementare il valore della collezione, il cui significato va inteso come promozione dell’attività missionaria cattolica nel Mondo.
Ai frati Cappuccini era stata affidata la missione di Allahabad, nell’India settentrionale, ma la loro attività copriva un territorio molto vasto, ben più grande della sola area cittadina o regionale, dal quale alcuni missionari tornavano in patria con ricordi donati al Segretario delle Missioni, padre Basilio da Bologna, che decise quindi di avviare un Museo per presentare al pubblico bolognese l’opera dei confratelli e l’ambiente culturale in cui agivano quotidianamente. Ne scrisse a padre Giangrisostomo da Lugo, che insieme ai Cappuccini giunti in India si impegnò per aiutare il Segretario nella realizzazione del progetto. Le parole rivolte da Basilio al missionario, rivelano anche la consapevolezza di poter competere con il Museo Indiano organizzato da Pullé nel palazzo dell’Archiginnasio. QUI il link al Catalogo del Museo, realizzato nel 2010, per ripercorrere le sue vicende storiche. Di seguito uno stralcio della lettera di padre Basilio a padre Giangrisostomo.
“Avrà forse sentito parlare del piccolo Museo Indiano che ho incominciato a comporre: sono poche cose, è vero, ma creda pure che quanti lo vedono ne rimangono tanto soddisfatti: piace assai il vedere quei ninnoli, quei costumi, quegli oggetti artistici, domestici e tante altre cosettine curiose…
…il Museo, quando fosse venuto a un discreto sviluppo, assumerebbe una rilevante importanza storica, civile e religiosa degna del pubblico. Opera è questa assai rara; tantoché chi ha visto il nostro iniziale Museo e quello pubblico in Bologna, già s’avvede che il nostro ben può sorpassarlo… se si farà quanto si è stabilito”.
Un pensiero riguardo “COLLEZIONI// MISSIONARI CAPPUCCINI #1”
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